COMMENTI (SBOBINATI) AI VANGELI FESTIVI

XIV Domenica per Annum

Vangelo: Mt. 11, 25-30

In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico o Padre, Signore del Cielo e della terra, perchè hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e agli inelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perchè così è piaciuto a Te. Tutto Mi è stato dato dal padre Mio, nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

Venite a Me, voi tutti,che siete affaticati e oppressi, e Io vi ristorerò. Prendete il Mio giogo sopra di voi e imparate da Me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il Mio giogo infatti è dolce e il Mio carico è leggero".

Ci sono tanti insegnamenti in queste poche parole di Gesù, voglio però sottolineare la frase: "Nessuno conosce il Figlio se non il Padre". Questa non è un'affermazione nuova per Gesù.

Gesù prende un proverbio e in questo proverbio, basato sul rapporto umano tra figlio e padre e padre e figlio, inserisce il Suo rapporto di Figlio e di Padre,

Figlio sulla terra dovuto alla natura umana e Padre che sta nei Cieli dovuto a quello che è da sempre: Dio.

Un rapporto già significato da Abramo e suo figlio Isacco; un rapporto particolare di paternità e di comprensione reciproca che arrivava sino al sacrificio del proprio figlio e accettazione da parte del figlio Isacco di quello che doveva compiere suo padre, cioè sacrificarlo a Dio. Dio aveva chiesto ad Abramo un "sacrificio" grossissimo, ma Abramo crede... e si prepara ad uccidere il figlio; Dio gli chiede il figlio che gli aveva dato (figlio che peraltro senza l'aiuto di Dio non avrebbe potutto avere data la sua età avanzata) e Abramo si prepara ad immolarlo proprio come si usava allora (esistevano anche i sacrifici umani).

Il rapporto Padre-Figlio parte da questa realtà: "Tutto Mi è dato dal Padre Mio". Gesù come Uomo riconosce che tutto gli è dato dal Padre Suo.

Il primo rapporto tra padre e figlio è riconoscere che tutto viene dato dal padre, e qui non ci si riferisce esclusivamente al Padre che è nei Cieli, anche se Gesù ci tiene molto a distinguere il Padre nostro che è nei Cieli dal padre terreno che ciascuno di noi ha.

Il rapporto tra padre e figlio è un rapporto importantissimo: "Tutto Mi è stato dato dal Padre Mio". Il figlio deve arrivare a capire che tutto gli è stato dato da suo padre (umanamente parlando).

Anche se qui presenti alla Messa ci sono più genitori che figli, faccio ugualmente questo discorso perchè è importante che i genitori siano consapevoli di quello che sono.

Bisogna che i genitori siano convinti di quello che sono. Bisogna che il padre sia convinto di quello che è. Oggigiorno manca l'indentità del padre. Oggigiorno c'è una crisi di identità: i figli sovente fanno da compagni quasi paterni a dei smarriti genitori, o peggio a un padre infantile. In certe famiglie non si capisce chi è il padre: sovente è la madre che ne fa le veci.

Una famiglia senza padre è una famiglia senza baricentro. Nessuno deve rinunciare al proprio ruolo: i figli hanno doveri e diritti, e tra i diritti hanno quello di avere un padre che sia un vero padre. Un padre deve essere tale anche se a volte è "doloroso" esserlo, anche se a volte, con buona pace del telefono azzurro, per poter "ragionare" col proprio figlio si deve arrivare a qualche "scapaccione". E' accertato che quando il sistema sensorio è esaltato, quando il sistema sensitivo è arrivato a schiacciare il sistema razionale bisogna dare un "colpo" o meglio uno "scappacione" al sistema sensitivo: solo così si rimette in sesto l'equilibrio sensitivo e di conseguenza anche quello psichico. Tutto questo, ripeto, con buona pace del tefono azzurro, di certi giudici e di certi magistrati....

La prima consapevolezza che devono avere un padre e un figlio è questa: "Tutto Mi è stato dato dal padre Mio".

E' facile per un figlio dire: "Tu mi hai messo al mondo e quindi mi devi mantenere". A una frase di questo genere un padre deve saper rispondere: "Sei venuto al mondo perchè ti abbiamo voluto e perchè Dio lo ha permesso". I genitori sono dei procreatori, e cioè dei continuatori della creazione di Dio.

E' Dio che crea e in continuazione, anche se certe creature "sembrano sbagliate". E' Dio che semina in continuazione e ovunque, anche sulla strada, sui rovi... perchè Lui è un Signore, Lui è magnanimo.

La magnanimità, il coraggio di un padre: queste sono le caratteristica di un vero padre.

Gesù fa un'altra osservazione importante: "Nessuno conosce il Figlio se non il Padre". Certi educatori, certi psicologi dicono ai ragazzi: "Tuo papà non ti capisce...., vieni pure da me a fare una "seduta"...", ma la realtà è che nessuno conosce il figlio se non il padre.

Una cosa che stupisce (l'ho detto altre volte) è che il 6O% dei matrimoni che finiscono male erano già stati "dissuasi" dai genitori prima che avvenissero, e questo proprio perchè il padre conosce il figlio. Lo conosce meglio della fidanzata, anche se questa sembra capirlo... Molte volte "capire" viene confuso con "scusare o coccolare" e questo non è il modo migliore per conoscere veramente una persona.

Molte volte un ragazzo, un uomo ha in sè molte cose che non "tira" fuori con la sua ragazza o con la sua donna, e poi... quando queste cose vengono a galla è troppo tardi. Questo mio discorso vale per coloro che dopo un anno o sei mesi che si frequentano si sposano dichiarando di "conoscersi", invece , al massimo, uno dell'altro conoscono solo il corpo. Per conoscere un corpo occorrono pochi minuti, ma per conoscere una psiche, uno spirito, un'anima, ci vuole molto tempo.

Non dimentichiamo che un ragazzo o una ragazza hanno anche un'anima, e... l'anima femminile è differente da quella maschile. Nel Medioevo si discuteva addirittura se un'anima potesse avere una sua femminilità o maschilità, ovvero se l'anima fosse maschile o femminile.

La differenza psicologica e fisiologica di un ragazzo e di una ragazza esiste anche come differenza di anima.

Se fate caso Gesù stesso fa differenza tra anima e anima: Lui quando si rivela, rivela maggiormente ad anime femminili il Suo modo di Essere, la Sua psiche che è al di sopra del maschio e della femmina. E' alle donne, è ad alcune anime femminili che Gesù rivela i sentimenti del Suo Cuore: leggete tutti gli scritti che il Sacro Cuore ha voluto lasciare alle anime a lui devote. Le anime maschili saranno dei bravissivi fondatori di Congregazioni, di Ordini, ma.... Gesù parla alle anime femminili.

Bisogna evitare di sorvolare sulla frase:"Nessuno conosce il Figlio se non il Padre".

I colloqui tra padre e figlio devono essere dei colloqui e non dialoghi.

La parola dialogo si è molto logorata e tende a sottolineare un elemento del tutto orizzontale: un padre e un figlio non fanno un dialogo. Il dialogo è una "cosa" da sindacalisti, da politici....: un padre e un figlio non dialogano ma colloquiano.

Purtroppo certi genitori si camuffano da amici rinunciando al ruolo di genitori, ma un padre, pur aperto che sia, è sempre una persona con più anni e con un ruolo e dei doveri ben precisi. Questo non sta a significare che tra giovani e anziani non ci possa essere dialogo, ma significa che tra un figlio e un padre deve avvenire un colloquio.

Un padre deve essere padre e un figlio deve essere un figlio e tra di loro ci devere essere colloquio: è chiaro che per permettere che questo avvenga bisogna ricreare delle condizioni adatte. In una casa dove tutti si comportano come dei vagoni ferroviari: uno o l'altro entrano, mangiano qualcosa, magari non a tavola, poi via al telefono o davanti al televisore, e alla fine qualcuno esce...., è molto difficile che un colloquio possa avvenire.

I giovani devono anche comprendere che la comunicazione con i genitori non è esclusivamente fatta di elementi burocratici come chiedere dei soldi o un permesso, ma è anche costruita sull'ascolto: la massima carità che si può avere verso una persona è quella di ascoltarla.

Conosco certi ragazzi che quando i loro genitori incominciano a parlare li interrompono immediatamente con: "Dici sempre le stesse cose!!!". Se si ascoltasse si sentirebbe che non necessariamente sono le "stesse" cose, ma sono le "stesse" cose che nella vita di ogni giorno assumono una sfaccettatura, una angolatura diversa che porta ad una comprensione maggiore delle "stesse cose".

Ecco perchè per prima cosa dovremmo sforzarci di conoscere il dialogo di Gesù con il Padre Suo.

Avete mai provato ad enucleare dai Vangeli le frasi in cui si parla del rapporto tra Gesù Figlio e Dio Padre, tra Gesù, natura umana che è figlia e Dio Padre che è Dio creatore? Provate! Cercate queste frasi perchè sono piene di insegnamenti.

Arriviamo alla seconda spiegazione della frase di Gesù: "E nessuno conosce il Padre se non il Figlio".

Il proprio padre non lo si conosce quando si hanno dieci anni, e neanche a 15 anni, e forse neanche a 20 ma... solo quando si diventa padre a propria volta.

Quando si diventa padre si incomincia a pensare, si incomincia a dire: "Ma forse.... mio papà aveva ragione!".

Il papà aveva ragione e lo abbiamo insultato, lo abbiamo trattato come una persona superata... passata...: non importa, conta solo capire che conosceremo sempre di più nostro padre (anche se sarà già morto) quando anche noi diventeremo padri (anche se solo spirituali).

Il padre non lo si è finito mai di conoscere, perchè la memoria rimane: la memoria di quando eravamo bambini..., adolescenti... adulti. Memorie che apparentemente se ne vanno ma che poi ritornano: "Nessuno conosce il Padre se non il Figlio!".

Concludo con una frasetta importante per coloro che si sposano: "E colui al quale il Figlio lo voglia rivelare".

Se parlo di mio padre a te che sei la mia fidanzata, la mia giovane moglie, non è perchè sono vecchio, ma perchè tu sei "colui al quale il figlio lo voglia rivelare".

E' importante conoscere il padre del proprio fidanzato, il padre del proprio marito! "Colui al quale il Figlio lo voglia rivelare!".

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