COMMENTI (SBOBINATI) AI VANGELI FESTIVI

I Domenica di Avvento

Vangelo: Mc. 12, 24-32

In quel tempo disse Gesù ai Suoi discepoli: "In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, e la luna non darà più il suo splendore, e gli astri si metteranno a cadere dal cielo, e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'Uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Ed Egli manderà gli angeli e riunirà i Suoi diletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.

Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che Egli è vicino, alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le Mie Parole non passeranno. Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli Angeli del Cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre".

Quelle che abbiamo letto sono Parole molto "dense": vediamo di staccarle una dall'altra per capirle.

In questo contesto, di cui il Vangelo di oggi è solo un brano, si parla della fine di Gerusalemme e della fine del mondo.

Il Signore, dopo aver detto tutto questo, aggiunge: "In verità vi dico, non passerà questa generazione prima che tutte queste cose (nella lingua italiana c'è scritto) "siano" avvenute (mentre la giusta traduzione sarebbe "avvengano")".

Prendendo le Parole alla lettera: "Non passerà questa generazione prima che queste cose non siano avvenute..." , la gente di allora poteva aspettarsi la fine del mondo dopo 25 o 30 anni (infatti tali sono gli anni di una generazione). E questi equivoci ci sono stati e ci sono ancora; equivoci dati da parole che riguardano il futuro e che come tali, la maggior parte delle volte sono sibilline. Sibilline come la parole della Sibilla che potevano essere prese tanto dal "principio alla fine", come "dalla fine al principio", cambiando completamente il responso.

Gli scritti apocalittici devono essere sempre interpretati nella maniera giusta altrimenti possono dare origine a dei timori, o addirittura al terrore.

Il Signore vuole il "timore" di Dio ma non il "terrore" di Dio! Se poi qualche predicatore o "spiegatore" della Sacra Scrittura preferisce incutere il terrore invece del timore.... se la vedrà direttamente e personalmente con il Padreterno!

Il Signore ci dimostra che vuole il timore e non il terrore quando parlando della fine del mondo ci dice: "Uno sarà preso e l'altro lasciato..".

Questa frase vuol significare che davanti al "terrore" di tutto quello che dovrà avvenire: "Il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, gli astri si metteranno a cadere dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte....", il Signore nella Sua bontà farà in maniera che coloro che sono gli eletti (non perché Lui li ha scelti, ma perché loro hanno scelto Dio come la "cosa" più importante) saranno presi e portati immediatamente nella Vita futura, mentre gli altri, coloro che non hanno creduto, rimarranno nel terrore, proprio come è avvenuto ai tempi di Noé. Chi ha non creduto alle parole di Noé e ha continuato a mangiare e bere si è trovato in pieno diluvio universale! (Noi diciamo "diluvio universale", ma nella Sacra Scrittura non esiste la parola "universale", parola che può indurre in errore: come poteva la terra essere ricoperta completamente dai mari? Non la terra completa era ricoperta dai mari, ma la terra abitata allora).

Dio salverà coloro che hanno scelto Lui con la loro fede, "uno sarà preso e l'altro lasciato".

"Preso" non perché "muore" ma perché "vivo" per la Vita eterna, cioè la Vita dopo il Giudizio di Gesù.

Molti profeti dicono: "E allora, la gente dirà: monti cadeteci addosso (fateci morire subito perché siamo 'terrorizzati')". Ma per quelli che credono, c'è e continuerà ad esserci il "timore", non il terrore. Questa è la prima cosa da tenere ben presente.

La seconda cosa che salta all'occhio da queste parole è il fatto che "cade" tutto sulla terra.

Sarà un asteroide o una seconda luna (come da alcuni ipotizzato) che cadrà sulla terra, proprio come al tempo del diluvio, provocando una grandissima vaporizzazione tramutatasi in quaranta giorni di pioggia?

"Il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore e gli astri si metteranno a cadere dal cielo...,(e quello che ci lascia più perplessi) le potenze dei Cieli saranno sconvolte".

Cosa significa questo? Che forse Dio ha detto: "Basta, ora Mi arrabbio e visto che gli uomini sono tutti "figli di buona donna", distruggo quello che ho costruito...". Non credo proprio che la frase vada intesa in questo modo, anche se alcuni predicatori, soprattutto al tempo del Medioevo, parlavano in questa maniera per spaventare.

Il vero significato è questo: gli uomini sono i determinanti della situazione dell'universo.

L'uomo è determinante dell'equilibrio delle potenze che ci sono nei Cieli, e non come dicono alcuni: "Sono le potenze che sono nei Cieli che determinano l'uomo; sono le costellazioni che determinano ciò che l'uomo fa".

No! Anche se i maghi (che abbondano in televisione ed altrove) e i "cosiddetti" veggenti continuano a "cercare" di indovinare quale sia la situazione meteorologica o astrale convinti che da quella dipenda l'uomo. L'uomo potrà essere, in un certo qual modo influenzato, ma non determinato dagli astri.

Bisogna saper distinguere tra influenzato e determinato: essere influenzati non vuol dire essere determinati.

E' l'uomo che determina l'equilibrio dei cieli, e quando si romperà l'equilibrio dell'umanità intera si romperà anche l'equilibrio delle potenze dei cieli.

Il Signore aggiunge: "Quanto poi a quel giorno e a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli Angeli nei Cieli". Gli Angeli non possono sapere cosa "penserà", non solo un uomo, ma l'umanità intera.

Ma ciò che più stupisce è la frase: "E neppure il Figlio...". Neppure Gesù conosce il giorno della fine del mondo.. e questo, proprio perché Dio si rimette alla scelta dell'uomo.

La fine del mondo dipende dalla scelta dell'uomo. Quando l'uomo spiritualmente finisce, finisce anche il mondo. Quando l'umanità spiritualmente sarà finita, quando non ci sarà più umanità sulla terra finirà anche il mondo.

Gesù aggiunge: "Quando arriverà di nuovo l'Uomo troverà ancora fede sulla terra, troverà ancora carità sulla terra?". Quando cesserà la carità dell'umanità cesserà anche il mondo!

Ecco il perché di tanti appelli affinché rimanga acceso il "lucignolo" della carità e dell'amore.

A questo punto si può comprendere la frase: "Quando le donne non genereranno più figli, allora arriverà la fine del mondo".

Quando non ci sarà più un briciolo d'amore l'uomo diventerà lupo (animale), in quel momento le potenze dei Cieli saranno "squassate".

Ma finché ci sarà una parte dell'umanità che avrà fede, carità e amore, le potenze dei Cieli non saranno completamente "squassate", anche se squilibrate.

Non è il mondo che fa squilibrare le stagioni, ma siamo noi che abbiamo fatto squilibrare la terra e quindi le stagioni. L'uomo può far squilibrare il suo ambiente in tante maniere.

Si rideva quando c'erano delle manifestazioni, all'inizio della primavera o alla fine dell'estate, per impedire gli esperimenti atomici... L'opinione pubblica era divisa in due parti: alcuni dicevano: "Ma cosa volete che succeda....", e altri: "Saranno catastrofi...". Io vi domando: "Avete visto che cosa è stata questa ultima estate?". Non si può "giocare" con la terra perché Dio perdona sempre, gli uomini poche volte, ma la natura non perdona mai!.

La natura è matematica: se togli il peso da una parte, rimane squilibrata dall'altra; se immetti in essa degli elementi negativi, questi rimangono fino a quando non trovano altre potenze capaci di distruggerli. La natura non perdona mai: rovinate la terra, rovinate tutto!

L'uomo, dal punto di vista scientifico, può con quello che fa o con quello che crede di fare, rovinare le "potenze" che sono nei Cieli.

Nell'umanità ci sono due tendenze: la tendenza scientifica che mette la scienza al primo posto (prima ancora della morale) e che sta portando l'umanità alla distruzione. Questa tendenza crede che l'uomo sia l'artefice della creazione dimenticandosi che Dio ne è il Creatore. L'altra tendenza invece, prega il Signore di mettere una "pezza" su tutto quello che fanno gli uomini.

Bisogna pregare perché il Signore metta una "pezza" su tutto anche sugli errori che facciamo noi. Tante volte noi preghiamo il Signore per la nostra salute, dimenticandoci che il 50% dei malanni dell'umanità sono provocati da noi, dai nostri errori (errori non colpe).

Chiudo con un pensiero fondamentale: non confondiamo le purificazioni con la fine del mondo.

Le purificazioni ci sono sempre state e Dio le ha preannunziate attraverso le persone. Quando c'è stato il diluvio Dio ha parlato cento anni prima (badate: cento!) dicendo come avrebbero potuto salvarsi. La gente però non ha ascoltato; Noé e la sua famiglia (che hanno ascoltato) si sono salvati, ma gli altri... Quindi, ripeto, ci saranno sempre le purificazioni, ma non confondiamole con la fine del mondo.

Non mettiamo terrori dove bastano i timori!

Ricordiamoci che gli avvertimenti del Signore sono solo per la vita e non per la morte; sono per far rivivere ciò che sta morendo, per dar più calore e carità a coloro che stanno vivendo da eletti. Eletti: persone che hanno scelto Dio e che hanno una sensibilità particolare nei riguardi di Dio.

Dio non sceglie delle persone a caso e ne fa degli eletti; gli eletti sono le persone che hanno in sè una capacità e una sensibilità spirituale.

Tante volte il nostro comportamento merita una purificazione, ma ricordiamoci che ci sono stati tanti periodi nella storia della Chiesa peggiori di questi...., sia per quanto riguardava la vita della Chiesa che quella della società.

Pensiero dell'Avvento: il Signore ci dice: state attenti guardatevi in giro, aguzzate le orecchie, abbiate timore di Dio e non terrore, perché il terrore è una manifestazione del maligno.

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