COMMENTI (SBOBINATI) AI VANGELI FESTIVI

V Domenica di Pasqua

Vangelo: Gv. 13, 31-33. 34-35

Quando Giuda fu uscito dal Cenacolo, Gesù disse: " Ora il figlio dell'Uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in Lui, anche Dio Lo glorificherà da parte Sua e Lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come Io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete Miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.

La frase che Gesù dice quando Giuda esce dal Cenacolo deve essere ambientata, perché esistono due situazioni in contrasto tra di loro, e capirle non è cosa semplice.

Vediamo i fatti!

Secondo il Vangelo di Giovanni Gesù dice: "Uno di voi mi tradirà..., allora incominciarono a rattristarsi (gli Apostoli) e dirsi l'un con l'altro: chi è?".

A questo punto interviene Giovanni, che era accanto a Gesù con la testa appoggiata al Suo cuore (quelli che hanno rappresentato l'ultima cena si basano su questi testi per disporre i personaggi): "Chi Ti tradirà?". Risposta: "Colui a cui do un boccone intinto nel Mio piatto". Gesù poi, rivolto a Giuda, dice: "Quello che devi fare, fallo presto".

Gesù comprende che Giuda non riesce più a "star fermo", e siccome Lui non vuole mai mettere in imbarazzo nessuno, dice "qualcosa" che gli altri Apostoli non comprendono bene: pensano che Giuda debba andare a fare una commissione per Gesù.

Gesù continua: "Il Figlio dell'Uomo se ne va come sta scritto di Lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'Uomo è tradito. Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato".

Una frase tremenda che però non va intesa (intendere i Vangeli non è cosa facile) come condanna o maledizione, ma come una "descrizione": Gesù che vuol bene a Giuda, nonostante tutto, sta descrivendo la sua situazione interiore, la sua situazione psicologica.

Io non so se a voi sia mai capitato in certi momenti di dire a voi stessi: "Sarebbe meglio che io non fossi nato!". Quando ero ragazzo, in collegio, mi parlavano dell'inferno: delle fiamme dell'inferno, dell'eternità dell'inferno..., e io nella mia psicologia di ragazzo pensavo: quanto sarebbe stato meglio se non fossi nato, non avrei così corso il rischio di finire nell'eternità dannato, dolorante, bruciante... A tanto ci portavano certe descrizioni e certe mentalità distorte parlandoci della "misericordia" di Dio, della misericordia del Padre.

Non so se a voi è capitato in certi momenti della vita di desiderare di non essere mai nato, ma sta il fatto che Gesù con questa frase riproduce la situazione psicologica di Giuda.

Gesù deve "badare" a tutti, conoscere tutti: deve badare che gli Apostoli vadano d'accordo tra di loro: si è accorto che purtroppo non è riuscito a tenerli legati. Gli Apostoli sono dodici, ognuno è fatto alla sua maniera e ragiona a modo suo.

Gesù aveva già visto la reazione negativa degli Apostoli contro Giacomo e Giovanni quando la loro mamma cercò di intercedere presso di Lui perché i suoi figli diventassero uno il Ministro degli Interni, e l'altro il Ministro degli Esteri... Gli Apostoli in questa occasione hanno litigato e ognuno di loro diceva: "Sono io il più grande!".

Problemi psicologici complessi, per cui oltre alla situazione ontologica di quell'ultima cena, Gesù aveva già compreso che Giuda era stato enucleato.

Era stato enucleato per dei motivi oggettivi: Giuda era giudeo della Giudea, gli altri erano della Galilea. Lui era l'unico giudeo, e anche questo conta: i galilei erano considerati i "terroni" (così certi milanesi qualificano i meridionali), i giudei i "settentrionali", quelli del Nord.

Tutto questo non è da sottovalutare: si cerca di superare certe caratteristiche razziali, ma... la maggior parte delle volte influiscono. Pietro, si tradirà proprio per la sua parlata; è per il suo accento "terrone" che si trova a tradire Gesù: quella donna nel cortile di Anna e Caifa sentendolo parlare gli dice: "Tu sei della Galilea..., la tua stessa parlata ti tradisce. Tu eri con Lui". Pietro impaurito nega.

Giuda era "diverso" dagli altri e vedremo poi in una spiegazione psicologica che influenza ha avuto questo.

La figura di Giuda viene "tartassata" dai risentimenti di Giovanni; non per niente Gesù dice: "Dovete volervi bene...". Giovanni non nasconde i suoi risentimenti verso Giuda; lui nel suo Vangelo fa dei veri e propri commenti al riguardo invece di riferire solo le cose come sono avvenute. Giovanni descrive le cose come le vede lui, infatti di Giuda scrive: "Giuda queste cose le diceva perché era un ladro...". Gesù non avrebbe mai permesso che qualcuno usasse termini così poco onorifici nei confronti di un altro.

Cerchiamo di capire come mai Giuda è arrivato al gesto di "tradire" Gesù consegnandoLo ai Sommi Sacerdoti.

Teniamo innanzitutto presente che Giuda non era avaro come Giovanni dice in maniera esplicita. Lui "toccava" la cassa, ma... mi chiedo quanti al suo posto non avrebbeRO fatto uguale.

Il fatto che Giuda non fosse un uomo avaro viene fuori dal fatto che dopo il tradimento (Vangelo di Matteo) getta i denari ai piedi dei Sommi Sacerdoti e si impicca per disperazione. Giuda, quindi non era avaro, non era attaccato ai soldi; in lui, forse, c'era sotto un motivo di odio, o meglio di amore impazzito nei confronti di Gesù.

Il tradimento di Pietro è stato diverso; la sua è stata la situazione di un momento di paura: è stato preso alla sprovvista e non ha riflettuto, ma invece Giuda, in piena coscienza, dopo aver ben pensato, riflettuto, ha portato a termine un'idea precisa. Forse Giuda non era neanche la persona più perfida del gruppo, ma era colui che aveva fatto un suo ragionamento umano.

Ragionamento umano: Gesù si trova a dover richiamare anche Pietro sul fatto che a volte ragiona come gli uomini e non come Dio, ed è severo con lui per questo, lo chiama addirittura Satana!

Giuda forse voleva provocare qualche cosa che non avrebbe dovuto danneggiare la Persona di Gesù, ma dimostrarne invece la grandezza, contribuendo, davanti a tutti a rendere evidente la Sua vera statura: ha provocato Gesù sottintendendo: "Mostrati finalmente! Fai vedere che sei il Messia. Fai vedere che puoi sbaragliare chiunque".

Infatti, malgrado quell'oggettivo tradimento, Giuda è sempre rimasto un seguace di Gesù, in caso contrario sarebbe del tutto incomprensibile il suo comportamento successivo.

E' facile supporre che Giuda abbia creduto in modo fantastico, religioso, nella Messianità di Gesù e abbia voluto metterLo alle "strette" col suo tradimento, affinché Lui dimostrasse finalmente la Sua potenza divina.

Giuda non voleva che uccidessero Gesù, però... Lo ha consegnato. Ma tra le intenzioni e i fatti, tra il dire e il fare ci passa di mezzo il ... mare: ci sono passati di mezzo fattori che non sono stati ponderati.

Quando Giuda ha visto che quello che lui aveva pensato, nella realtà non è successo; quando ha visto che Gesù non si è difeso, che non ha sbaragliato i Romani, ha capito che aveva fatto un "teorema", un ragionamento umano sbagliato e grida il suo tradimento: lo confessa a voce alta senza raggiri, senza discolparsi. Nella piena consapevolezza di tutta la gravità di quello che ha fatto, tenta l'impossibile per revocare l'azione stessa e cancellarla: pieno di disprezzo, di rabbia getta il prezzo del sangue ai piedi dei membri del Sinedrio, ma... è troppo tardi.

Giuda ha fatto scatenare il groviglio della politica, gli intrighi del Sinedrio, gli sporchi metodi della corruzione e della delazione che è l'eterno arrufianamento della paura per la reputazione e il potere, e disperato si accorge che Gesù è al di sopra di tutta questa volgarità! Giuda rimane colui che ha scatenato tutto questo, e capendo quello che ha fatto si dispera perché lui voleva veramente bene a Gesù!

Sul fatto c'è però un'altra interpretazione.

I motivi che hanno spinto Giuda a consegnare Gesù possono essere anche più profondi di quelli già elencati.

Di fronte alle azioni e alle Parole di Gesù, da un certo momento in poi, denunciare Gesù al Sinedrio si imponeva come un dovere per ogni ebreo fedele alle legge. Quando uno capiva che un "personaggio" non era con la legge, non era secondo la dottrina ufficiale della Chiesa di allora, lo doveva denunciare. Quando qualcuno diceva qualcosa contro la morale o la dottrina della Chiesa, andava denunciato alle Autorità.

Agli occhi severi ed esperti della Torah, l'interpretazione liberale della Legge fatta da Gesù, equivaleva certamente a una straordinaria provocazione. Non solo, ma quando il popolo viene addirittura invitato da Gesù ad approntare da sè le interpretazioni della legge: "Ma perché non siete capaci voi di capire voi cosa dovete fare...", si arriva a un "punto" che mina alla base la considerazione e la competenza dei teologi specialisti, la dottrina ufficiale della Chiesa, e che quindi fa "scattare" una reazione. E coloro che assistono a questa "realtà" sono obbligati in coscienza ad allinearsi con la dottrina della Chiesa e denunciare l'eretico.

A questo proposito c'è tutto il discorso sulle inquisizioni...

Gesù, in quei momenti, sente, avverte in Sè tutte le tragedie, tutti gli errori, tutte le disanime che sarebbero avvenute, anche nella Chiesa, non solo in Giuda.

Giuda, può darsi anche che rappresentasse un'eccezione nel gruppo dei discepoli, in quanto l'unico nativo della Giudea, quindi più legato alle tradizioni giudaiche, al modo di intendere la religione tipica dei giudei osservanti. E' possibile che Giuda, molto vicino al Tempio, si sentisse anche più vicino degli altri discepoli, all'ambiente dei teologi di Gerusalemme, e si accorgesse molto prima e molto più fortemente di questo conflitto tra la legge e Gesù. Conflitto che sarà poi citato da Paolo nella lettera ai Galati: contrapposizione di principio tra Gesù e la legge.

Questa situazione può benissimo aver portato una persona credente nella propria religione a un ragionevole dubbio: "Chi ha ragione? Gesù o i farisei?". Questa scissione può benissimo essere stata possibile nell'animo di Giuda; in contraddizione con se stesso, incapace di decidere, ma... incapace anche di vivere con questa indecisione ha tentato di "risolvere" il problema facendo arrivare ad uno scontro diretto i farisei con Gesù. Può aver pensato: "Lo arrestano, Lo portano nel Sinedrio, manifesta le Sue idee, discutono tra teologi e la verità si farà strada".

Fra i discepoli, lui, forse, era l'unico in grado di misurare l'enorme distanza tra il nuovo insegnamento di Gesù e la vecchia fede. Soltanto lui dipendeva abbastanza fortemente dal vecchio per essere preso e scosso fin dentro il cuore dalla nuova predicazione di Gesù.

Gesù, forse (è un'interpretazione), Gli sarà apparso anche come un tentatore, un distruttore, proprio come appariva ai farisei e ai Sommi Sacerdoti. Gesù "divideva", faceva a pezzi tutto: davanti alle Sue Parole non esisteva più nulla di solido, niente di saldo a priori, e... Giuda si struggeva nel suo cuore dal desiderio che il punto di vista di Gesù fosse dimostrato a tutti. Quando anche i farisei, quando anche i Sommi Sacerdoti avessero creduto in Gesù, lui si sarebbe sentito finalmente rincuorato.

C'è qualcosa inserito in alcune rivelazioni datate parecchio tempo dopo: Gesù non è mai arrivato a un colloquio definitivo con Giuda perché questi sfuggiva. Avrebbe voluto affrontare l'argomento, però aveva timore di approfondirlo, quindi lui ha fatto quello che "ha fatto".

Lo ha fatto forse perché pensava troppo bene della Sinagoga! Forse perché non ha capito a fondo le Parole di Gesù, il Quale rimproverava continuamente il fatto che nella Sinagoga, nei Sacerdoti, nella gente del Tempio il linguaggio fosse sempre impostato sul potere e sul denaro. Giuda non avrà creduto a questo: "Possibile che siano in cattiva fede?". Il ragionamento di Giuda poteva essere giusto, in fondo, al Tempio, c'erano persone come Nicodemo, Giuseppe d'Arimatea...

Giuda voleva conciliare l'insegnamento di Gesù con l'insegnamento dei farisei e degli scribi, invece la realtà ci ha insegnato che questo non era possibile, e... non è possibile neanche ora!

Sempre riguardo alla figura di Giuda teniamo presente che la misericordia di Gesù si è manifestata anche nel suo caso: "Il Figlio dell'uomo è stato glorificato...".

Gli Apostoli vedevano qual poco che potevano vedere, invece Gesù vedeva tutto; lui vedeva tutta la situazione e tutti i possibili sviluppi, che in realtà non ci sono stati. "Giovanni, tu che hai sentito Gesù dire che Giuda l'avrebbe tradito, perché quando è uscito non lo hai seguito?".

Giovanni ha preferito star lì accoccolato sul petto di Gesù! Proprio come tante anime "tanto" religiose che non s'accorgono che fuori dalla Chiesa, negli ambienti della scuola, negli ambienti del Governo si sta tramando contro il Signore, contro la scuola religiosa! Il Ministro della Pubblica Istruzione vuole che le scuole religiose non siano più religiose!! Potremmo continuare l'elenco di cose analoghe: la legge sui "gay"... e così via; e tutto questo mentre noi stiamo qui ad appoggiare la testa sul petto di Gesù. Tragedia!, proprio come Giovanni che se fosse stato un altro avrebbe detto: "Fermiamo Giuda che sta andando a tradire Gesù! Fermiamolo, diciamogli che gli vogliamo bene!".

Volere bene! Molte volte il cuore di una persona può essere preso da Satana perché vuoto: il cuore di Giuda era rimasto vuoto dell'ammirazione dei suoi "fratelli", dalla fiducia dei suoi "fratelli". Gesù capisce tutte queste cose e dice in continuazione: "Vogliatevi bene", ma è un discorso inutile: non capiscono un "cavolo di niente!", Giovanni per primo.

Gesù assiste a tutte queste cose e deve superarle; nella Sua misericordia avrebbe perdonato Giuda, anzi lo aveva già perdonato in partenza, anche se aveva cercato di fargli capire la realtà: "Giuda proprio con un bacio tu tradisci il Figlio dell'Uomo?".

Alle persone bisogna perdonare, ma bisogna anche far loro capire il significato delle cose.

Nella Chiesa di Vesoley???, che è famosa per i suoi capitelli, si trovano due raffigurazioni di Giuda: una lo mostra con la bocca aperta come in un grido senza fine, come nel dolore di una disperazione che cerca veramente la propria morte, e un'altra raffigurazione fa vedere Gesù che lo porta sulle spalle. Tremendo!

Un'altra illustrazione ancora la troviamo nel portale bronzeo della Cattedrale di Benevento che risale al 1279: il rilievo mostra Giuda impiccato a una palma col corpo squarciato, ma l'impiccato è abbracciato da un Angelo che bacia il traditore. Questi artisti sono persone che hanno capito la misericordia di Gesù. Misericordia di Gesù: una realtà che ha fatto scrivere a una bambina di tredici anni questa poesia che parla della mamma di Giuda:

"Poco lontano dal Calvario un'altra mamma,

anch'essa distrutta dal dolore come Maria, piangeva suo figlio.

Nessuno ha mai parlato di me, eppure io sono una mamma,

la mamma più sventurata: sono la mamma di Giuda.

Anche Giuda ha avuto una mamma come l'ha avuta Gesù di Nazareth,

come l'avete voi, o l'avete avuta.

Nella notte in cui Maria piangeva per la morte di suo Figlio,

anch'io, madre di Giuda,

vegliavo stringendomi al petto il cadavere del mio Giuda.

Bagnavo piangendo i suoi rossi capelli.

Il mio Giuda era giovane e forte e mi amava tanto.

Un momento di debolezza lo ha perduto.

Non giudicate mio figlio,

vedetelo solo come colui che ha affrettato l'ora della nostra salvezza.

Non giudicatelo.

Se avete qualche lacrima

versatela per il mio Giuda e per la più sventurata dellE madri".

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