COMMENTI (SBOBINATI) AI VANGELI FESTIVI

XX Domenica per Annum

Vangelo: Lc. 12, 49

In quel tempo Gesù disse ai Suoi discepoli: Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sarà compiuto! Pensate che Io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera".

Gesù dice: "Non sono venuto a portare la pace ma la divisione". frase che tradotta in lingua corrente dovrebbe dire pressappoco così: "Non sono venuto a portare la tranquillità ma il contrasto, cioè padre contro madre, figlio contro padre, fratello contro fratello".

Il discorso sulla pace, in quasi tutte le persone segue quasi sempre un "iter", un cammino di approfondimento.

A un certo momento della vita, in ogni individuo, viene meno l'illusione dell'adolescenza; l'illusione che tutte le persone vogliano la pace, o meglio, le basi per una pace, e cioè la giustizia distributiva. Poi, in un secondo tempo, quando il ragazzo comincia a "mettere i piedi per terra" pensa che gli uomini si dividano, come nel films Western, in buoni e cattivi, quindi comincia a far le marce e le proteste contro quelli che lui pensa cattivi.

Ma a lungo andare anche questo risulta insufficiente. Dice una canzone (di don Stefano Varnavà): "Una protesta mettila in quello che fai, se non la sai fare cantala: ti illuderai così di fare rivoluzione".

Ci sono dietro ai fenomeni di guerra delle cause nascoste, e sono queste che devono essere individuate.

A vent'anni il ragazzo scopre che le cause più che ideologiche sono economiche.

Troppi interessi economici si tingono dei diversi colori degli idealismi.

A venticinque anni il giovane s'accorge che non è facile dipanare gli intrighi economici politici che sono alla radice di certi conflitti. In mezzo a questi intrighi gli statisti stessi non sono onnipotenti, perché anch'essi dipendono dal favore degli elettori. Gli stessi dittatori non sempre si creano da sè ma vengono generati da cause storico-ideologiche.

Il giovane comincia così a capire che giocano, nel meccanismo della pace e della guerra, anche l'angoscia e la sfiducia che costringono le persone a difendersi e a inventare armi contro un ipotetico nemico.

A questo punto diventano vere le frasi di una ragazzina ebrea che prima di essere trucidata in un campo di sterminio nazista scriveva nel suo diario: "Non credo affatto che la guerra sia colpa soltanto dei grandi uomini, dei governanti, dei capitalisti. No, la piccola gente la fa altrettanto volentieri, altrimenti i popoli si sarebbero ribellati da tempo. C'è negli uomini un impulso alla distruzione, alla strage, alla furia e, fino a quando tutta l'umanità, senza eccezioni, non avrà subito una grande conversione, la guerra imperverserà".

E' analizzando tutto questo che il giovane che ha già raggiunto una maturità capisce che avevano ragione quegli antichi filosofi e fondatori di religioni che pensavano che il cambiamento e il miglioramento del mondo dovesse cominciare da se stessi, in ciascun individuo.

E qui arriviamo alle affermazioni di Gesù. La Sua dottrina se può portare vera pace ad alcuni, ad altri fa l'effetto contrario. Da qui il contrasto tra persona e persona, tra padre e madre, tra fratelli e sorelle, tra amici e conoscenti.

Tutto questo perché c'è una conflittualità latente o evidente nell'individuo stesso.

Conflittualità causata da questi atteggiamenti sbagliati, ovverossia vizi:

Æ L'egocentrismo: l'individuo dice: "Io sono il centro e la misura del mondo che mi sta attorno.

Æ L'egoismo: "Tutto a me e niente agli altri". Solo prendere e mai dare.

Æ Lo sfruttamento: approfittare dei piccoli interessi personali che gli altri possono avere per fare il proprio interesse.

Æ L'orgoglio: non voler aver bisogno degli altri. E se anche se ne ha bisogno, non volerlo riconoscere, arrivando al punto di ribellarsi contro chi ci mantiene (genitori, parenti, benefattori), contro chi ci ha istruito (professori, educatori) e contro chi ci ha aperto la strada.

Gesù nel Suo insegnamento non sottoscrive la "pax romana" che è tranquillità nell'ordine imposto da Roma, cioè dall'esterno e non dall'interno, dove i popoli sono pacificati, ma a condizione che restino sottomessi all'autorità imperiale.

Gesù nel Suo insegnamento non sottoscrive la pace ebraica: shalom! Pace che è sì tranquillità, ma nell'ordine voluto dalla legge ebraica dove religione e politica sono strettamente legate tra di loro. E dove la cosa più importante è la fattispecie della legge. Gesù dice che Dio giudica non solo gli atti esterni ma le intenzioni del cuore: "Chi avrà guardato una donna con l'intenzione di possederla, davanti a Dio è come se l'avesse posseduta".

S.Agostino definiva la pace come assenza di guerra e distingueva tra guerra giusta e ingiusta. Distinzione da ripensare alla luce di una eventuale guerra atomica.

Gesù per bocca di S. Paolo ci ripete: "Dove c'è amore, lì c'è la pace". C'è pace solo dove regna la giustizia e l'amore.

Il contrario di pace non è quindi guerra ma ingiustizia. Dove c'è ingiustizia, prima o poi c'è la reazione che porta alla guerra.

Scrive Bertrand Haring: "Ogni guerra è fratricidio, oltraggio a Dio e all'uomo. O si condannano tutte le guerre, anche quelle difensive e rivoluzionarie, o si accettano tutte. Basta un'eccezione per lasciar passare tutti i crimini". E Bertrand Haring conclude con un'ammonizione: "La pace non sarà mai sicura e tranquilla fino a quando i poveri, per fare un passo avanti in difesa del loro pane e della loro dignità, saranno lasciati nella diabolica tentazione di dover bagnare di sangue la loro strada".

A questo punto è ovvio che il cristiano non può recedere dai principi di Cristo, nemmeno in nome di un falso irenismo.

1. Ci sono realtà che non sono lotte ma solo differenze. Le differenze etniche, culturali, religiose non sono fatte per elidersi a vicenda.

2. Non bisognerebbe poi accentuare le parole come vittoria e sconfitta. Nello sport queste due realtà vengono enfatizzate esaltando o mortificando i concorrenti. Tra uomini non ci sono mai veri e propri vincitori in senso assoluto.

3. Bisogna attuttire l'immagine di un Dio guerriero che come tale si comporta: il Dio degli eserciti. Gesù, Dio, Lo chiama: Abbà, papà.

4. Occorre chiarire il concetto e l'estensione della legittima difesa e dell'accortezza.

Esopo, nella favola del cervo e del lupo così ci racconta: "Un cervo, umile sotto l'ingombro delle corna, andava lungo un fiume. Un lupo sbucò, aperse la bocca, inghiottì la saliva. Non osava però lanciarsi sul cervo perché aveva paura delle sue corna. Allora la lingua del lupo venne in aiuto ai suoi denti: Amico cervo mi fai pietà con quelle corna sul capo. Non ti sono utili e non ti rendono più bello. Adesso che siamo in pace, perché non le fai segare dal boscaiolo? Rispose il cervo tenendosi a una certa distanza: Lo pensavo anch'io! Me le farò tagliare, ma solo quando ti farai strappare quei denti, che oggi, mentre siamo tutti in pace, armano sfacciatamente la tua bocca".

Gesù stesso dice: "Siate prudenti come i serpenti e semplici come colombe".

Prima prudenti come i serpenti, i quali prima di muoversi alzano il capo e si guardano attorno. Dopo, ma solo dopo, semplici come le colombe.

Se non ci si comporta così, i furbi si approfitteranno del falso senso di carità di certi cristiani per schiacciarli ed emarginarli.

Facciamo un esempio. Il Papa ha tanto parlato e fatto in difesa della Bosnia, regione di prevalenza musulmana. Ora che le acque si sono calmate, in Bosnia, ai cristiani non viene dato nessun aiuto da parte del Governo musulmano, per ricostruire le proprie Chiese e le proprie case. E i bosniaci continuano con la loro intolleranza verso i cristiani ortodossi (i serbi) e i cristiani cattolici; intolleranza che è stata una delle cause della guerra tra Bosnia e Serbia.

Questo è stato il risultato e la riconoscenza verso quanto il Papa ha fatto in loro difesa! Valeva la pena di difendere degli intolleranti?

Qualcuno magari azzarderà una domanda: "E' proprio necessario e conveniente schierarsi da una delle due parti? Siamo sempre sicuri di metterci dalla parte giusta?".

Gesù quando venne da Lui un tale dicendogli: "Maestro dì a mio fratello di dividere con me l'eredità"; rispose: "Chi Mi ha costituito giudice tra te e tuo fratello?" E non ha fatto niente a favore di quel tale.

Torniamo alla pace.

Gesù dice: "Io vi do la mia pace". La Sua pace è diversa dalle altre. Anzitutto penetra direttamente nell'anima e non è determinata e condizionata dalle situazioni esterne. La Sua è una pace, una tranquillità che rispetta anche tutte le altre persone.

Gesù è buono, quindi cerca il bene contemporaneo di tutti. E Lui sa come fare. Noi non sapremmo e non potremmo!

Noi tante volte per dar tranquillità a una persona la togliamo ad un'altra: così non siamo più buoni nel senso divino della parola.

Noi tante volte sbagliamo i tempi del nostro intervento, e così, malgrado tutta la buona volontà, non otteniamo niente o peggioriamo la situazione.

Chiediamo a Gesù la Sua pace; quella pace che il Sacerdote in ogni S. Messa ci offre da parte di Gesù.

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