COMMENTI (SBOBINATI) AI VANGELI FESTIVI

IV Domenica di Avvento

Vangelo: Lc. 3, 4-6

Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della giudea, Erode tetrarca della Giudea, e Filippo suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione e per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oràcoli dal profeta Isaia: "Voce di uno che grida: nel deserto preparate la via del Signore, raddrizzate i Suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio".

Luca è un medico, ha studiato, quindi è molto preciso e ha un senso chiaro della storia. Storia come fatto e non come: "si racconta, si dice...". Lui si informa di persona come veramente sono andate le "cose" riguardanti un certo Gesù di Nazareth.

Luca, preciso, inquadra Gesù nel suo racconto e ci dà una data: "Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare..."; ci dà una impostazione, un'ambientazione storica, e questo è molto importante.

La storia, purtroppo, è stata raccontata in tanti modi.

C'è una storia che si basa sull'adulazione. Esempio: nella Bibbia ci sono dei Libri scritti da un sacerdote del Tempio per raccontare, ma anche glorificare la famiglia di Davide in contrapposizione a quella del Re Saul. La storia della famiglia di Giuda (Davide) contro quella di Beniamino non è sempre esattamente oggettiva, a volte è tendenziosa.

Ci sono delle storie raccontate per difendere un'idea, per rafforzare una convinzione, e quindi finalizzate. Noi abbiamo sentito tante storie anticlericali o storiografie clericali. In questi ultimi trent'anni siamo passati attraverso una storiografia marxista che voleva dimostrare determinate cose...: fatti che diventano il pretesto per una dimostrazione. Pretesto e non oggettività! Questo discorso vale anche per l'informazione in generale: non è facile arrivare a sapere come veramente sono avvenuti i fatti!

I farisei, i sommi sacerdoti dicono al loro confratello Nicodemo: " Ma..., sei nuovo in Israele tu? Studia, leggi e vedrai che non c'è nessun profeta che viene da Nazareth". Ed era giusto! La mezza scienza fa l'ateo, la vera scienza fa il credente.

La maggior parte dei Sacerdoti che hanno parlato non è andata ad informarsi dove fosse nato Gesù. Secondo loro, Gesù veniva da Nazareth quindi era nato a Nazareth! Oggettivamente non era vera la loro affermazione. E lo stesso Nicodemo, il quale parlava con Gesù, mai Gli aveva chiesto: "Dove sei nato?"; ecco perché non ha potuto chiarire ai sommi sacerdoti: "Viene da Nazareth ma è nato a Betlemme".

Questi sono gli equivoci che ci sono ancora oggi nella Chiesa: tante volte quando si parla di Santi si parla di storie ma non di vera storia. Di solito si fa il "panegirico" di un Santo e non la sua storia, rischiando di attribuirgli una santità insita in lui sin dalla nascita...

Occorre in tutto e sempre molta obiettività, cosa per altro non facile da trovare, soprattutto tra i mezzi di comunicazione quotidiani. Faccio un esempio: quei due ragazzi che sono stati risucchiati dalle onde del mare... Prima notizia, data da un uomo che dichiarava di aver assistito al fatto: " I ragazzi stavano a riva a guardare il mare". Seconda notizia, data direttamente dai ragazzi sopravvissuti: "Siamo andati ad "armeggiare" uno scooter del mare che era lì sulla spiaggia. Cercavamo di avviarlo (i ragazzi non rispettano molto la proprietà degli altri...), è arrivato il padrone, ha gridato e noi siamo scappati, ma la "via" solita e sicura era impedita dalla sua presenza, quindi siamo scappati attraverso gli scogli. Due di noi sono stati travolti da una grossa onda". Vedete come i racconti sono diversi tra di loro? E questo perchè gli informatori possono diventare testimoni veri o falsi.

Esiste un Comandamento che dice: "Non fare falsa testimonianza". Quando si parla del Messia vien detto: "Quell'Uomo non giudicherà per sentito dire...".

Oggigiorno, invece, nei Tribunali si giudica per "sentito dire"! Questa non è la maniera per fare giustizia, e neanche la maniera per fare la storia.

Dio non giudicherà facendo "parte" per uno o per l'altro come fanno invece certi giudici. Ci sono avvocati che dicono: "Quando c'è il tal giudice ritiriamo la nostra arringa perché sappiamo già come andrà a finire...". A conferma di questo, anche nella stessa Bibbia c'è il racconto del "Giudice e della casta Susanna".

Luca ci dà un "colpo" di storia. Luca ci dà delle date, quindi ci dice chiaramente che Gesù non è un personaggio leggendario.

Gesù non è "leggenda", e neanche mitologia...

Alcuni docenti di Sacra Scrittura, anche di Milano, si permettono di dire: "La leggenda dei Re Magi". Leggenda... E' storia scritta nei Vangeli! Secondo loro gli Evangelisti per indicare che Gesù era una Persona molto importante, inventano la visita di grandi personaggi come i Magi...

Luca, molto saggio, ci dà la storia indicandoci i nomi dei governatori di quel tempo, e tra i governatori indica anche Ponzio Pilato.

In corso Magenta a Milano c'è il calco di una pietra che è stata ritrovata durante degli scavi fatti in un luogo pubblico; in quel posto esisteva un circo fatto costruire da Ponzio Pilato in onore di Tiberio. Il sasso ritrovato, che serviva da gradino, era una vera e propria lapide con il nome di Ponzio Pilato. Storia!

Il cristiano deve cercare la storia e distinguerla dalle storie. Di storie ce ne sono tante perché ciascuno prende i fatti e poi li gira a suo vantaggio o svantaggio.

Nell'insegnamento della storia non si dovrebbe dare troppa importanza a certe sezioni. Faccio un esempio: la storia delle guerre che noi abbiamo dovuto studiare da ragazzi: la guerra dei cent'anni, la guerra dei trent'anni..., dovrebbe essere solo una piccola parte di ciò che si insegna ai ragazzi; un posto di gran lunga più importante dovrebbe essere dato al fiorire delle arti che hanno creato la civiltà. La guerra dovrebbe essere considerata alla stessa stregua dell'assassinio, invece, i vincitori sono portati in trionfo. Sono assassini anche se vincitori! Invece i vincitori vengono considerati vincitori, e vengono considerati assassini solo coloro che perdono, esempio: processo di Norimberga, eppure anche Eisenhower, alla fine della seconda guerra mondiale ha fatto morire nei campi di concentramento più un milione di soldati tedeschi e affini, e nessuno l'ha scritto sui libri di storia... La storia, quasi sempre, vien scritta da coloro che vincono!

Il "De Bello Gallico" è stato scritto da Giulio Cesare, cioè da colui che ha vinto...

Dobbiamo avere il coraggio di parlare e non essere neghittosi accettando passivamente qualsiasi cosa: la scuola, la riforma della scuola e i suoi programmi... Qualcuno si lamenta..., ma nessuno osa parlare o contestare veramente.

Accettando passivamente si lascerà mistificare la storia come la si è mistificata fino ad ora. Non dobbiamo temere di essere tacciati di intransigenza.

Nella verità, quella che noi chiamiamo intransigenza è solo giustizia di Dio, ed è l'opposto di debolezza, ed è sinonimo di rettitudine di spirito e di pensiero.: quello che è, è.

Bisogna essere anche forti. La fortezza è quel dono che ci rende capaci di testimoniare la nostra fede senza rispetto umano, e soprattutto senza vergognarsi di Gesù.

Quanta gente che appare come un leone nei nostri ambienti, quando poi invece si trova con chi la pensa diversamente, diventa un pulcino spaurito dal temporale che si sta scatenando. L'esempio massimo lo abbiamo dai politici "cattolici" che si trovano nella maggioranza politica...

Fortezza vuol dire testimoniare, difendere (soprattutto Gesù)!

La "paura di cosa diranno gli altri", oggigiorno viene chiamata "rispetto umano", ed è molto difficile vincerla. Molto spesso coloro che non hanno avuto paura di morire in battaglia, hanno invece paura che ci si burli di loro se confessano di essere cristiani.

Difficilmente ci si dichiara cristiani: si parla del sociale, del politico, dell'economico, ma non del cristianesimo...

Certo, ci sono anche dei momenti in cui pur essendo forti, non si può agire, e allora in questo caso la forza si chiama pazienza. La pazienza, a volte, è più difficile del coraggio. Il coraggioso sceglie la sua ora, il suo compito, il suo nemico; il paziente invece non sceglie la sua sofferenza; egli deve sopportare il suo male in ogni momento.

L'unione del coraggio e della pazienza si chiama perseveranza.

Lo sforzo di essere cristiano cessa solo con la morte per il cristiano, perché cristiani non si è mai, cristiani si diventa.

A noi dà coraggio ciò che diceva S. Tommaso Moro, prima di essere ucciso dal suo imperatore: "Ma se verrà per voi il tempo in cui nessuno vi darà buoni esempi, e vedrete la virtù perseguitata, e il vizio premiato, e se tuttavia avrete la forza e la fermezza di non lasciarvi staccare da Dio, vi assicuro sulla mia vita che, se anche sarete stati buoni solamente a metà, Dio vi assolverà come se foste stati fedeli del tutto".

Ognuno di noi deve ricordarsi di queste parole perché il cristiano deve cercare il bene.

Dice Kierkegdard: "Ovunque c'è il bene c'è anche il coraggio. Qualunque sia il destino del bene, il coraggio è sempre dalla sua parte. Il bene è sempre coraggioso. Solo il male è vile e crudele. Il diavolo trema sempre quando c'è il coraggio".

San Giovanni Bosco diceva: "Gli altri si fanno forti della nostra paura".

Cristiani che hanno paura..., cattolici che hanno paura..., che tacciono... e che quindi non vanno neanche a votare.

Teniamo presente che chi non costruisce distrugge, perché non esiste l'innocuo come vorrebbero certi cosiddetti laicisti. Vi è il male e il bene: non vi è l'indifferente! Non si può dire: "Io non sono né cattivo né buono" perché non esiste la metà strada.

L'uomo deve rispondere davanti a Dio di tutto ciò che è stato inutile. L'inutile è già male perchè non costruisce.

Se non si costruisce il Regno di Dio lo si distrugge.

Il bene e il male non possono non essere divisi perché il bene non conquista mai il male. Non si può dire: "Ho dieci mele marce quindi ne prendo una buona e la metto in mezzo".

E' sempre il male che riduce il bene. E' sempre la persona infetta che infetta gli altri. Non sono i sani che risanano gli infetti; sono gli infetti che fanno ammalare il sano.

Non c'è verità, e non c'è ricerca di verità nel compromesso tra male e bene, o nel non coraggio di avversare il male e quindi di non accostarlo.

Molte volte non si può avversare il male, ma almeno bisogna cercare di non accostarlo.

Credere che si possa stare "a metà strada" tra il male e il bene è già una vittoria del male. Non vi è bene nella speranza che il male resti lontano. Vi è il bene quando l'uomo esplica tutte le sue facoltà per difendersi dal male senza mentire a se stesso e a Dio.

Bisogna avere il coraggio di tenere lontano il male!

Perché fare entrare in casa propria la persona che si sa che non è "a posto"? Perché lasciar andare i propri figli con quello zio che non è "a posto"? Dove si può, bisogna difendersi dal male tenendolo lontano.

Ci sono delle persone che si sono arrese al male e se lo portano in giro... Noi non possiamo fare le "crociate" contro di loro, però cerchiamo di star loro lontano.

La verità è fatta di giustizia, e la giustizia è fatta di verità. Non si può prendere l'una se non si sa attuare l'altra.

Concludo con un discorso semplicissimo di Tommaso da Kempis fatto nel Medioevo e poi ripreso dai nostri contemporanei: "Se l'opinione del gregge comune non sarà tua regola di condotta, se sarai tollerante con gli altri quanto lo sei con te stesso, se saprai comandare più a te stesso che agli altri, se potrai avere ricchezze e onori e non esserne schiavo, se potrai sopportare di buon grado l'oblio e l'ingratitudine degli uomini, se terrai salda la testa quando tutti perdono la loro, se crederai in te stesso quando tutti ne dubitano e a tutti saprai perdonare questo dubbio, se saprai aspettare senza stancarti dell'attesa e senza rispondere all'inganno con l'inganno, se saprai accettare il successo e la sconfitta e trattare questi due impostori allo stesso modo, se saprai parlare con i barboni e con i re senza cambiare il tono della tua voce, se né i tuoi nemici più accaniti e né gli amici più cari riusciranno più a ferirti, se saprai essere infantile coi fanciulli, gioioso con i giovani, pacato con gli anziani, paziente coi pazzi, felice coi saggi, nessuno potrà contestarti il diritto di esigere una società migliore. Nessuno, perché tu stesso con le tue mani l'avrai creata.

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